Ai Musei San Domenico non ci si limiterà alla pittura ma ci si immergerà in un confronto straordinario, tra architettura, pittura, scultura, illustrazione e arti decorative. Ripercorrere in questo modo le vicende dell’arte italiana nel mezzo secolo che ha preceduto la rivoluzione del Futurismo, consente di capire criticamente come l’arte sia stata non solo un formidabile strumento celebrativo e mediatico per creare consenso, ma anche il mezzo più popolare, “democratico” per far conoscere agli italiani i percorsi esaltanti e contraddittori di una storia antica e recente caratterizzata da slanci comuni e da forti tensioni e divisioni.