La tendenza all'espansione verso nord, sulla via dei traffici con l'Austria e Vienna, si invertì decisamente nel corso dell'Ottocento, quando la città cominciò ad allargarsi in direzione sud – ovest, verso la pianura friulana.
Motivo principale fu la costruzione della ferrovia (1860) che, piuttosto lontana dal centro determinò il tracciato di una lunga arteria di collegamento (l'attuale Corso Italia) ai lati della quale sorsero rapidamente nuove costruzioni, palazzine e ville di tono elegante, circondate da ombrosi giardini.
Si scoprì così anche la vocazione residenziale di Gorizia che nel corso dell'Ottocento, anche in conseguenza delle frequenti visite agli eredi di Carlo X, morto a Gorizia nel 1836 e sepolto nel convento dei Francescani sulla collina della Castagnevizza, divenne meta prediletta di vacanze per molte famiglie aristocratiche vicine alla corte, tanto da meritarsi il titolo di "Nizza austriaca".
La città si conquistò una certa fama anche grazie alla bellezza dei suoi dintorni che offrivano molte occasioni per gite amene nella quiete del paesaggio collinare.
Anche in città non mancavano oasi verdi e non erano solo i parchi privati dei conti Coronini degli Attems o dei Ritter, ma dal 1863 anche un Giardino pubblico ricco di specie vegetali rare.
Lungo la strada che conduceva alla stazione ferroviaria si trasferirono via via tutte le attività principali: fulcro del nuovo centro divenne il Teatro di Società (ora Teatro Verdi), sorto nel 1740 ma rimaneggiato più volte durante l'Ottocento.
Anche il passeggio, i bei negozi e il caffè, si spostarono lungo il corso, attratti dagli ampi viali pedonali ombreggiati da platani e ornati da aiuole fiorite. Si aprirono lussuosi alberghi e ristoranti, dove si offrivano pietanze delle più disparate origini (austriaca, ungherese, slovena) accompagnate dai prelibati vini del Collio.