Emilio Comici, fulgida figura di sportivo e di arrampicatore, ha scritto alcune delle più belle e gloriose pagine dell’alpinismo.
Nato a Trieste un secolo fa, il 21 febbraio del 1901, fu infatti un appassionato sportivo: frequentò il Ricreatorio Pitteri e al suo interno formò, il 2 dicembre 1918, l’Associazione sportiva XXX Ottobre. Fin dalla gioventù si dedicò all’alpinismo e nel 1925 compì la prima ascensione sul Campanile Villacio. Scalò le cime delle Alpi Carniche e delle Dolomiti venete; nel 1929 fondò il gruppo alpinisti rocciatori sciatori, sezione triestina del Club Alpino Italiano, creando pure la scuola di roccia della Val Rosandra.
Dal 1932, abbandonando il suo impiego ai Magazzini Generali del porto, si dedicò al mestiere di guida alpina, dapprima a Misurina (Belluno) quindi a Selva di Val Gardena. Le sue imprese di alpinista lo resero noto in Italia e nel resto del mondo; compì oltre 600 scalate tra il 1929 e il 1940.
Morì nel 1940, precipitando da un costone roccioso a causa di una fune difettosa mentre stava istruendo nella scuola di roccia. Alla memoria gli venne assegnata, nel 1941, la medaglia d’oro al valore atletico dal Coni. Un cippo che lo ricorda si trova in val Rosandra, mentre Trieste gli ha dedicato una via.