Con l’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia (riconosciuto nel 1987 da un decreto ministeriale) si va nella più alta tradizione gastronomica. Il monaco Donizone, contemporaneo biografo della contessa Matilde, nel secolo XII ricordava un laudatum acetum che da Canossa fu trasportato in dono all’Imperatore con una botticella d’argento.
La storia documentata dell’aceto balsamico reggiano risale al Rinascimento, periodo a partire dal quale risale la tradizione, prima nobiliare poi borghese, di coltivare un’acetaia familiare in cui invecchiare il mosto cotto di uve locali. L’uso di questo prodotto così prezioso va naturalmente ben dosato e misurato.
Si sposa a insalate, ma impreziosisce anche il lesso o il Parmigiano Reggiano.
È ottimo come elisir e niente male anche su fragole o gelato.