Molti dei più bei palazzi pisani si affacciano sui quattro lungarni compresi tra il Ponte della Fortezza e il ponte Solferino.
Oltre a quello Toscanelli, dalla facciata attribuita a Michelangelo, varrà la pena di ricordare il trecentesco palazzo Gambacorti, oggi sede del Comune, con le snelle bifore che si aprono sul paramento di pietra a strisce bicolori, o `vergato’.
Sulla sua porta fu ucciso a tradimento nel 1392 Pietro Gambacorti.
Ci sono poi il Palazzo Mediceo, il palazzo Agostini, o dell’Ussero, dalla facciata rivestita di una ricchissima ornamentazione gotica in cotto del XV secolo, il Palazzo ‘alla giornata’ (già Lanfreducci, poi Upezzinghi), dal bellissimo prospetto tutto in marmo, di Cosimo Pugliani, il Palazzo Reale, disadorna mole cominciata nel 1559 da Baccio Bandinelli, già teatro di fastosi ricevimenti e incorporante, sul tergo, un’antica torre, detta della Verga d’Oro.
Sulla sua sommità Galileo fece osservare al granduca i pianeti col cannocchiale.