I quartieri e le contrade

Attorno all’anno 1000, Mantova era, rispetto ad oggi, una città assai piccola, cinta di mura, che aveva il suo centro nell’attuale piazza Sordello.
Aveva come confini il lago e il fossato dei Buoi, che iniziava nell’ancona paludosa di S. Agnese (oggi piazza Virgiliana), proseguiva per l’attuale via Cavour e per via Accademia, fino al lago.
Attorno alla città andavano formandosi numerosi borghi: quelli di S. Giacomo (Pradella), di S. Silvestro (nella zona della piazza Martiri di Belfiore), di S. Barnaba, di S. Egidio, di S. Martino, di S. Leonardo, di S. Giovanni Evangelista (nella zona di piazza S. Giovanni), di S. Nicolò (Anconetta).
Il terreno della città e dei borghi era formato in maggior parte da dossi e da conche ed era disagevole il passaggio da un borgo ad un altro, perchè molto di questo territorio era acquitrinoso.
Alla fine del XII secolo, Alberto Pitentino mise in opera un sistema articolato di arginature che, provocando la formazione di un lago artificiale, ridussero gli straripamenti delle acque del Mincio; si regolarono i fossati interni, si costruirono ponti che congiunsero la città con altre borgate che frattanto erano cresciute al di là delle acque lacustri: borgo di Porto, detto poi Cittadella; borgo di S. Giorgio, fatto demolire da Napoleone, che sorgeva dove oggi sono l’ostello della gioventù ‘Sparafucile’ e la Lunetta.
Si suppone che la prima divisione di Mantova in quartieri risalga all’epoca in cui la città si organizzò in libero Comune, negli anni seguenti il 1115. Il nome quartiere deriva dal fatto che la città fu divisa in quattro parti (quarti), ognuna delle quali aveva una rappresentanza nel governo del Comune e dava il suo contributo di uomini passati alle armi.
I quartieri erano: S. Stefano, S. Giacomo, S. Martino e S. Leonardo.
 

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