"L’ancestrale richiamo alla grande madre terra è nel nome stesso di Matera che, secondo alcuni studiosi, deriverebbe dal termine ionico Mather, ‘madre’, cioè il grembo fecondo della terra. Tale antica impronta è rintracciabile nelle due città morte che sono le caverne i Sassi, nei quali prese dimora la gente che abbondonava le tane preistoriche.
I Sassi delineano un paesaggio unico in Europa, con le case ricavate dal tufo, nella roccia, dovunque il calcare avesse potuto offrire, con il minimo ricorso all’opera muraria, un comodo rifugio.
Si estendono ai lati dello sperone su cui sorge il Duomo.
Il Sasso a sud si chiama Caveoso e quello a nord, volto in direzione di Bari, Barisano. Ognuno dei due Sassi ha una cattedrale: S. Pietro Caveoso, giunta a noi nelle sue forme barocche, e S.Pietro Barisano, in parte scavata nella roccia.
Le case più caratteristiche sono quelle scavate su più piani e con accessi da strade diverse, in cui risalta la distribuzione in un solo vano della cucina, dei letti, e sul fondo, della stalla.
Tra i Sassi, per secoli abitati da contadini e artigiani e oggi quasi del tutto abbandonati, sorgono varie chiesette rupestri.
Una passeggiata per la Strada Panoramica, che in alcuni tratti costeggia la profonda gravina, offre viste suggestive sui due avvallamenti.
Nei Sassi, in grotte che penetrano per lunghi tratti nelle viscere della terra, si trovano i ‘cellari’, vere e proprie cantine per la mescita del vino.
Attorno a rustici tavoli anneriti dal tempo, gli uomini si trovano la sera a bere il buon vino paesano". Dal 1994 i Sassi di Matera fanno parte del patrimonio mondiale dell’UNESCO.