La popolazione dei Piceni, o Picenti, comincia a riconoscersi, in maniera distinta, durante il periodo dell’Età del Ferro.
Essa controllava la vasta area del Medio Adriatico tra Marche e Abruzzo a partire dal IX secolo a.C. fino all’intervento espansionistico romano. Gli studi più recenti non fanno più riferimento a spostamenti in massa di popolazioni vicine, ma ad una fusione di diverse provenienze e culture che, molto lentamente, hanno dato vita alla popolazione autoctona dei Piceni, con Ascoli capitale.
La volontà dei romani di assoggettare quest’area provocò nel 269 a.C. la ribellione di Ascoli che riuscì, nonostante le disfatte, a conservare una sua indipendenza come civitas foederata. Esistono diverse teorie sull’origine del nome della città.
Secondo il poeta latino Silio Italico, i Pelasgi – popolazione greca – guidati dal re Aesis, risalirono la costa dell’Adriatico e si fusero con i popoli presenti nel territorio piceno, insediandosi sul colle dell’Annunziata detto tuttora colle Pelasgico. Dalla radice as del mitico re si potrebbero spiegare toponimi quali Ascoli, Aso, lesi.
Secondo una versione riportata da Strabone e da Plinio il Giovane, delle genti sabine sarebbero arrivate in questo territorio in seguito ad una migrazione rituale detta primavera sacra.
In questo viaggio, esse sarebbero state guidate da un picchio – uccello sacro a Marte – oppure da Pico, mitico re figlio di Saturno; da qui il nome Piceno.