Nel luogo dove ora si trova il Caffè Pedrocchi di Padova, un tempo sorgeva la chiesetta della Confraternita di San Giobbe, demolita nel 1810. Nel corso degli scavi seguiti alla demolizione, fu trovata, nel 1824, una "medaglia d'oro assai antica, avente da un verso un tempio con alcune parole, dall'altro una figura di bestia raspante il terreno. Studiata e ristudiata non si riusciva a venirne a capo. Di quale epoca? Cosa significava?". Esperti numismatici riuscivano a dare solo pareri approssimativi. Finchè una lettera anonima svelò che bastava leggerne le parole al contrario: "Stolti archeologi".
L'autore dello scherzo era il pittore Napoleone Gaetano Valeri.
L'intuizione di dar vita al grande caffè (1831) venne ad Antonio Pedrocchi, modesto caffettiere, che sostenne una spesa non indifferente. "I maligni dicevano che, negli scavi, avesse rinvenuto un tesoro, oppure accennavano a una non fedelissima custodia di depositi e preziosi lasciatigli da ricchi veneziani durante il blocco del 1813-14: insomma "o una gran trovada o una gran robada". Ma erano gelosie di concorrenti".