Il 7 maggio del 1676 nasce a Ischitella (provincia di Foggia), piccolo centro del Gargano, Pietro Giannone, una delle figure intellettuali italiane più importanti del XVIII secolo.
Si trasferisce a Napoli, capitale del regno borbonico, per dedicarsi agli studi di giurisprudenza e per intraprendere successivamente la carriera forense, e qui entra in contatto coi circoli intellettuali più vivaci dell’epoca.
Giannone si dedica soprattutto agli studi storici e nel 1723 pubblica la sua opera di maggior importanza, la "Istoria civile del Regno di Napoli", che per i suoi contenuti anticlericali provoca le ire della Chiesa.
L’intellettuale pugliese, incorso nella scomunica, è così costretto a lasciare Napoli e a trovare rifugio dapprima a Vienna e successivamente in diverse città del Nord Italia; viene infine arrestato in Savoia, su pressione delle autorità pontificie, prima che riesca a pubblicare "Il Triregno".
Rinchiuso nella fortezza di Ceva e successivamente a Torino, qui muore nel 1748, dopo 12 anni di prigionia.
Giannone viene ricordato come un precursore delle idee illuministiche di separazione del potere spirituale da quello politico: nelle sue opere contesta le basi giuridiche del potere della Chiesa, di cui auspica un ritorno alla purezza delle origini.
Ischitella lo ricorda con una statua nel centro del paese.